Il nostro spazio vitale, quello che pratichiamo quotidianamente nelle nostre vite e nelle nostre anime, è mutevole, labile. I ricordi e le esperienze spesso transitorie, ci attraversano e sembrano quasi scomparire. Per poter ripercorrere ciò che abbiamo vissuto dobbiamo quindi servirci di strumenti differenti da quelli oggettivi, dobbiamo intuire l’essenza di questi spazi intimi, i cui confini si sfaldano e rinascono come nuove possibilità. Tutto può mutare all’infinito e tocca a noi, ogni volta che recuperiamo un frammento della nostra memoria sensibile, regalargli una nuova forma, una nuova essenza.
E far sì che tutto divenga nuovamente labile.